Cosa sono e quali rischi si corrono con le criptovalute?
Il termine è composto da due parole; CRIPTO E VALUTE ovvero si tratta di una modalità di pagamento che sia in qualche modo nascosta attraverso la conoscenza di un determinato linguaggio informatico.
Si tratta quindi di uno strumento esistente solo in forma virtuale e non fisica.
La criptovaluta può essere scambiata attraverso il peer to peer ovvero in modalità diretta tra due persone senza intermediari.
Le criptovalute comportano sia vantaggi che svantaggi; possono sicuramente essere convenienti in quanto offrono una maggiore velocità nella transazione dei pagamenti ma possono comportare anche degli inconvenienti in quanto incentiverebbero di molto le attività criminali a causa della loro natura anonima come ad esempio le truffe.
Fino a dicembre 2022, non era prevista nessuna tassazione legata alle criptovalute al fine della compilazione del quadro RW. Da gennaio 2023, invece, è entrato in vigore il versamento di una imposta di bollo pari al 2 per mille del valore complessivo della cripto-attività.
La Legge di Bilancio 2023 è stata approvata dal Consiglio dei Ministri il 22 novembre 2022.
Da gennaio le cripto-attività sono soggette all’imposta di bollo o a un’imposta sul valore delle cripto-attività che riprende la regolamentazione dell’IVAFE ( imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero) che è un’ imposta attribuita ai soggetti residenti in Italia che possiedono prodotti finanziari, conti correnti e libretti di risparmio all’estero.
La tassazione introdotta riguarda esclusivamente le plusvalenze ovvero i guadagni relativi alla vendita di criptovalute con un’imposta al 26%.
In precedenza esisteva un’esenzione per tutti i soggetti che nell’arco dell’anno solare non avessero superato per più dei 7 giorni lavorativi la detenzione di una somma di 51.645,68 euro; sopra questa cifra subentrava una tassazione del 26% e al contrario sotto questa somma non veniva posta alcuna tassazione.
La nuova Legge abolisce questa esenzione introducendo però un altro vantaggio cioè che l’imposta al 26% scatti esclusivamente solo nel momento i cui si maturino plusvalenze di importo superiore a 2000,00 euro.
Con la nuova regolamentazione, si introduce inoltre un ulteriore tassazione con aliquota al 14% invece del 26% per i soggetti che riscontrino difficoltà nello stabilire effettivamente l’esatto valore derivante dalle plusvalenze a causa della difficoltà nello ristabilire i prezzi di acquisto.
Infine, per tutti coloro che negli anni precedenti non abbiano dichiarato la detenzione di cripto-attività e non ne avessero nemmeno vendute, dovrebbero versare lo 0,5 % del loro valore in relazione a ogni anno non dichiarato e nel caso in cui invece si siano create plusvalenze si dovrà versare il 3,5 % in relazione al valore dell’attività per ogni anno di detenzione e in aggiunta un ulteriore 0,5 % relativo a interessi e sanzioni.